Tab Article
Cento anni fa nasceva Charles Mingus: contrabbassista geniale, tra i maggiori interpreti del jazz del Novecento, ma anche artista profondamente consapevole del proprio ruolo sociale e sempre pronto a esporsi in prima persona per le idee in cui credeva. Al pari della sua musica, il suo personaggio pubblico eccentrico e anticonvenzionale continua ad affascinarci oggi come affascinava la generazione Beat che fece di lui uno dei simboli della controcultura. "Peggio di un bastardo" è la sua unica opera letteraria e il suo testamento artistico. Scritto in terza persona, con una voce narrante che si presenta come il «doppio» di Mingus, è allo stesso tempo un'autobiografia e un romanzo; una dichiarazione d'amore per la musica e un grido di dolore contro il razzismo e le ingiustizie dell'America; una fantasia erotica e un'immersione lirica e commovente nel dolore della vita. La potenza della scrittura e l'originalità della forma narrativa lo rendono un libro irripetibile nella storia del jazz, e uno dei più amati di sempre tra quelli scritti da un musicista. Oggi "Peggio di un bastardo" viene riproposto con l'aggiunta di due storici testi inediti: una lettera aperta a Miles Davis (1955) e il saggio fondamentale del 1971 «Cos'è un compositore jazz?», in cui Mingus si interroga sul significato più profondo del proprio mestiere e di quel linguaggio misterioso e universale che chiamiamo jazz. La nuova edizione è impreziosita da una copertina originale, disegnata appositamente per SUR da Igort.